Che cosa merita Milano 2020 numero 22
Pro.Ma.R. Srl
L’edificio, denominato storicamente Palazzo dei Sindacati ed oggi Camera Metropolitana del Lavoro di Milano è sito in Corso di Porta Vittoria, 43 ed è oggi di proprietà della Camera del Lavoro di Milano, struttura territoriale della CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro), occupa un’area di circa 2000 mq è un’opera pregevole di architettura, costruita tra il 1930 ed il 1932.
L’inaugurazione avvenne il 28 ottobre 1932 (alla presenza di Benito Mussolini), in occasione del decennale della “Marcia su Roma”. Il progetto fu il frutto di un concorso bandito dall'Unione di Milano dei Sindacati Fascisti dell'Industria, nell’anno 1928. Al concorso partecipano, fra tanti altri, un gruppo costituito dagli architetti Angelo Bordoni, Luigi Maria Caneva e Antonio Carminati che propongono un progetto perfettamente allineato al programma richiesto nel bando, elaborando un'architettura solenne e semplice ad un tempo, austera ed ordinata. Vincente fu anche la scelta dei mattoni e della pietra, per i rivestimenti esterni, richiamando quella “italica romanità”, cara al regime. Al progetto è riconosciuto all’unanimità il primo premio.
L’edificio sarà costruito in pochi anni dall'Impresa Ing. Carlo Rusconi, che, nata nel 1907 a Binago (Como), dal 1927 si era insediata a Milano, realizzando edifici quali: l’Ospedale Maggiore di Niguarda, la Sede INPS di Piazza Missori, l’Ospedale Militare di Baggio.
L'edificio ha una caratteristica pianta ad “U”, che delimita una piazza sopraelevata, aperta verso Corso di Porta Vittoria sul quale si affaccia con due testate a quattro piani. Alla piazza sopraelevata (con sottostante una palestra, oggi Salone per convegni Di Vittorio), fa da fondale il corpo centrale dell'edificio, su sei piani, nel quale si apre l'ingresso “monumentale” principale. Una duplice scala in pietra conduce ad un podio per arringare le folle durante le adunate.
L'edificio è caratterizzato da un rivestimento unitario di mattoni, fugati in “cocciopesto” su tutte le facciate, percorse al piede da una zoccolatura bocciardata in granito verde e arricchite da paramenti in una pietra (imbotti, archi, ecc.) calcarea verde oliva della Valle Camonica, nei quali ricorrono motivi tipicamente novecenteschi di: semicolonne, fasce, strombature, archi, semisfere e tondi.
Le testate su Corso di Porta Vittoria, conservano tracce degli originari fasci littori in mattoni, mentre sono prive dei gruppi scultorei lapidei, a firma di Mario Sironi, che ne caratterizzavano il coronamento superiore, rimossi negli anni Settanta del Novecento e raffiguranti la Marcia su Roma e la Carta del Lavoro.
L’edificio è stato oggetto, come tutta Milano, di una serie di bombardamenti durante l’estate del 1943, che ne hanno danneggiato l’ala ovest, ed il torrino. Nel dopoguerra, le parti sono state ricostruite con materiali poveri, ad esempio sostituendo le decorazioni lapidee danneggiate, con parti in cemento decorativo.
Una ristrutturazione edilizia ed impiantistica, avvenuta negli anni Novanta, non ha interrotto il degrado delle facciate, ma l’ha solamente rallentato.
A partire dagli anni Dieci del terzo Millennio, fenomeni di distacco d’ingenti parti lapidee prospicienti le pubbliche vie, e pericolosi “spanciamenti” dei rivestimenti in laterizio, suggerivano la proprietà, di effettuare un sopralluogo delle facciate, con piattaforme atte a raggiungere le consistenti altezze dell’edificio, per eseguire una “battitura referenziata” dello stato dei rivestimenti (sia lapidei che di laterizio).
Tali attività effettuate, soprattutto la notte per non intralciare il traffico cittadino e le attività interne agli uffici, hanno condotto alla produzione di un fascicolo che restituiva la condizione complessiva dei rivestimenti, suggerendo un intervento di consolidamento non più procrastinabile.
A partire dall’anno 2013, si è proceduto, a step, a partire dalla facciata nord, quella più degradata, ad intervenire con procedure manuali e meccaniche alla rimozione di tutte le parti pericolanti. In particolare, mediante idro-lavatura, si constatava soprattutto l’inconsistenza delle fughe tra i mattoni, che mettevano in pericolo la stabilità di tutti rivestimenti. Si è quindi proceduto, progettista e direzione lavori (architetti Barat Lauretta e Sironi Dario) ed impresa (Promar srl), ad individuare materiali innovativi: malte cementizie antisismiche, malte similari al cocciopesto ma di concezione moderna, vernici protettive sia dei mattoni che della pietra, prodotti sintetici per la ricostruzione delle parti lapidee, sigillanti, vernici e quant’altro necessario a restituire al meglio il restauro delle facciate. Procedimenti soprattutto manuali, che richiedevano l’impiego di manodopera specializzata e preparata.
La maestria del personale dell’impresa Promar, ed il supporto tecnico messo a disposizione, hanno consentito, nel corso del tempo, circa sette anni, di operare in sicurezza, e di risolvere e superare egregiamente anche tutta una serie di imprevisti, che si sono riscontrati durante il cantiere. L’attenta disponibilità della proprietà, nelle figure dei diversi responsabili che si sono succeduti, a procedere anche di fronte a consistenti costi aggiuntivi, consente oggi di restituire l’immagine dell’edificio in una sua dimensione similare a quella degli anni Trenta. Il nuovo, progetto illuminotecnico, restituisce anche durante le ore notturne la dimensione “scultorea” ed identitaria di questo edificio tipicamente milanese, che ha interessato per la sua architettura anche pittori contemporanei come Marco Petrus.
Ad oggi le facciate sono state completate. Entro la prossima primavera 2021, si provvederà al ripristino delle impermeabilizzazioni e delle pavimentazioni della piazzetta sopraelevata, anche qui ripristinando i materiali originari e replicando gli stessi disegni a losanghe del progetto originario.
Ed infine, una annotazione particolare richiedono le magnifiche ed inconsuete (un unicum) inferriate “moderniste” di Alessandro Mazzucotelli (Lodi, 30 dicembre 1865 – Milano, 29 gennaio 1938) che è stato un artigiano milanese, particolarmente noto come mastro ferraio e decoratore. Inferriate che caratterizzano tutto il piano terreno della Camera Metropolitana del Lavoro di Milano, ed i parapetti degli scaloni interni.
Grande specialista nel ferro battuto, Mazzucotelli ha legato intimamente la sua fama alle decorazioni delle opere dei maggiori esponenti del Liberty in Italia ed all'estero; ma che qui alla Camera del Lavoro, propose un “design semplice” moderno ed innovativo della sua arte.
Il restauro delle inferriate del Mazzucotelli, alla Camera Metropolitana del Lavoro, presuppone quindi, come è stato fatto per tutte le parti dell’edificio interessate da ripristini e restauri, di recuperare tutto ciò che è recuperabile, salvabile, restaurandolo con le tecnologie ed i materiali di oggi.
Si è quindi lavorato soprattutto sulle inferriate alle finestre, attraverso un’attività di brossura, manuale e meccanica, tesa a rimuovere al meglio gli strati di verniciatura del passato, una successiva pulizia attenta, per poi applicare un doppio ciclo di vernici a smalto alchidico ferromicaceo a grana grossa con aspetto metallizzato opaco per esterno.
Tutto ciò che è ormai distrutto e non recuperabile, come nel caso dei cancelli carrai di via Dandolo e via Savarè, si è proceduto ad una sostituzione completa, realizzando le parti nelle fattezze d’origine, insomma all’identique.
Un restauro quasi archeologico, con un rilievo preciso di tutti gli elementi e le componenti, per poi, attraverso un’interfaccia con il lavoro sapiente del fabbro, la riproposizione degli stessi, ma con materiali di qualità, diversa: acciaio, zincatura a caldo, verniciatura a forno, accessori in inox.
Un’attenzione all’originalità che coinvolge non solo l’immagine, ma la sostanza dell’opera architettonica e delle sue parti. Un vero e proprio ritorno all’origine, per proiettare questo magnifico e storico edificio della Camera Metropolitana del Lavoro di Milano, nel futuro.
CREDITS
PROPRIETÀ Committente: CAMERA METROPOLITANA DEL LAVORO DI MILANO
Progettazione architettonica e Direzione Lavori: Architetti Laura Barat e Dario Sironi
Responsabile e Coordinatore per la Sicurezza: ing. Vittorio Viganò
Impresa esecutrice delle opere: PRO.MA.R S.r.l. – L.R. e A.D. Geom. Bruno Giacomo Venturini
Tecnici di Cantiere: Geom. Paolo Francesco Delia e Sig. Ivan Lamera
Consulente per le parti Strutturali: Ing. Paolo Asnaghi
Consulente per le verifiche illuminotecniche: Lightstore Milano